Negli anni ’70 e ’80, quando ancora si giocava per strada e l’immaginazione era il nostro videogioco più potente, c’era un giocattolo che metteva tutti d’accordo. Non era un semplice pupazzo. Era un compagno di avventure, un agente segreto, un astronauta, un esploratore, un fratello maggiore che sapeva sempre cosa fare: Big Jim.
Prodotto da Mattel, Big Jim non è solo un’icona del passato, ma un pezzo di storia culturale. Un giocattolo che ha saputo distinguersi per originalità, varietà e capacità di adattarsi all’immaginario dei bambini dell’epoca. Oggi è ricercatissimo dai collezionisti, e per chi ci ha giocato, è un tuffo nel cuore.
Chi ha inventato Big Jim e quando è nato?
Big Jim fu creato da Bill Russell, art director della Mattel, e lanciato nel 1972 negli Stati Uniti. L’obiettivo era semplice ma rivoluzionario: dare ai bambini maschi un personaggio d’azione con un’immagine positiva e avventurosa, in alternativa ai soldatini o agli eroi bellici più aggressivi.
In un primo momento la figura si chiamava “Mark Strong” in Europa, per poi assumere definitivamente il nome di Big Jim, ispirato al suo fisico muscoloso e alla sua forza apparente. Era alto 25 cm, leggermente più basso di G.I. Joe, e aveva un sistema a leva nel braccio che simulava la contrazione del bicipite.
Il successo fu immediato: tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, Big Jim diventò uno dei giocattoli più venduti al mondo, con centinaia di versioni, personaggi secondari, veicoli, basi e accessori.
Differenza tra Big Jim e Ken: due mondi diversi
Sebbene entrambi prodotti da Mattel, Big Jim e Ken non potrebbero essere più diversi. Ken era il fidanzato glamour di Barbie, statico, poco articolato, pensato per un gioco di ruolo sociale e domestico. Big Jim, al contrario, era un personaggio dinamico, pensato per l’azione, con articolazioni mobili, muscoli scolpiti e mani prensili.
Ken viveva nelle case a due piani rosa, guidava decappottabili e indossava completi eleganti. Big Jim dormiva in tenda, si lanciava col paracadute, guidava camper attrezzati da missione e parlava poco. Era silenzioso, operativo, sempre pronto a partire.
Ken rappresentava il mondo patinato delle riviste di moda. Big Jim quello dei fumetti d’azione e delle serie TV come A-Team, Missione Impossibile e MacGyver.
Il legame (mancato) con Barbie
Molti si chiedono: Big Jim faceva parte del mondo di Barbie? La risposta è no. Nonostante la comune origine Mattel, le due linee furono sempre pensate per target completamente diversi, senza crossover ufficiali. Nessuna coppia, nessun fidanzamento, nessuna storia condivisa.
Il pubblico di Big Jim era principalmente maschile, mentre quello di Barbie prevalentemente femminile. I mondi narrativi erano così separati che nei cataloghi e spot pubblicitari raramente comparivano insieme.
I personaggi della linea Big Jim: la squadra e gli antagonisti
Big Jim non era solo. A differenza di altri giocattoli, la sua linea includeva un cast completo di personaggi con nomi, ruoli e personalità:
- Big Jeff: il biondo, amico inseparabile, sportivo e leale
- Dr. Alec: lo scienziato con la gamba bionica, precursore dei cyborg
- Capitano Drake: spirito libero dal passato da pirata
- Commando Big Jim: versione militare, con missioni speciali
- Agent 004, 005, 007: linea spionistica con identità multiple
- Iron Jaw: il villain con la mascella metallica
- Professor Obb: genio del male
- Baron Fangg: l’arcinemico più iconico
Ogni personaggio veniva venduto con outfit, armi o strumenti coerenti con il ruolo: binocoli, zaini, fucili, archi, lanterne, tute da sub, valigette.
Gli accessori: camper, basi segrete e… camera oscura
Uno degli elementi più amati della linea erano i veicoli e gli accessori, vere e proprie estensioni del personaggio. Tra i più iconici:
- Il camper missione segreta: completo di strumenti, armi, comparti segreti
- La base mobile: una valigetta che si apriva in una postazione con computer, armi e apparati da spia
- La tenda da campeggio con sacco a pelo
- Il paracadute reale con imbracatura
- La barca motorizzata, la moto da cross, la jeep mimetica
Io avevo il Big Jim 007. Un modello spettacolare che cambiava volto ruotando la testa — bastava premere un tasto — e aveva un camper attrezzatissimo, con all’interno addirittura una camera oscura per sviluppare le foto. Un sogno per ogni bambino.
Quanto costava Big Jim negli anni ’80?
Negli anni ’80 un personaggio Big Jim costava tra le 10.000 e le 18.000 lire, a seconda della serie. I set più grandi (con veicoli, camper, basi) potevano arrivare a 40.000 lire o più.
Oggi, per un collezionista, quei prezzi fanno sorridere. Alcuni modelli rari, come il Big Jim Gold Medal, la serie 007 o i villain meno diffusi, vengono venduti a oltre 500 euro se in buone condizioni, anche di più se ancora sigillati.
I Big Jim più rari e il loro valore oggi
Nel mercato del collezionismo ci sono alcuni modelli considerati veri “graal”:
- Big Jim 004/007 camaleonte: cambia volto e identità
- Baron Fangg prima edizione
- Set con animali (pantere, gorilla, cavalli)
- Camper con tutti gli accessori originali
- Pack con doppio personaggio (es. Big Jim + Iron Jaw)
Questi possono arrivare facilmente a valori tra 300 e 1.000 euro su eBay, Subito.it o aste specializzate. Sono richiesti anche da collezionisti esteri.
Big Jim è ancora in commercio?
Mattel ha cessato la produzione di Big Jim nei primi anni ’90, dopo quasi 20 anni di successi. Il brand non è più tornato in versione ufficiale, salvo qualche progetto promozionale o ristampa limitata in America Latina.
Al momento non esistono nuove edizioni ufficiali. Ma la community è viva: gruppi Facebook, siti specializzati, fiere del vintage, articoli nei magazine e blog dedicati continuano a tenerlo in vita.
L’assenza di Big Jim nel film di Barbie
Quando nel 2023 è uscito il film Barbie, molti appassionati hanno notato una grande assenza: Big Jim non c’era. Nessun cameo, nessuna citazione.
Perché?
- Target narrativo: il film è incentrato sulla crisi identitaria di Barbie, con Ken come supporto ironico. Big Jim non si inserisce facilmente.
- Licensing dimenticato: forse Mattel stessa ha sottovalutato la forza del personaggio, non prevedendo alcun rilancio.
- Gap generazionale: molti adulti lo ricordano con affetto, ma per i giovani sarebbe stato un riferimento difficile da cogliere.
La sua assenza, però, ha un effetto positivo: Big Jim resta puro, non ancora assorbito dalla macchina del revival commerciale.
Esiste un libro su Big Jim?
Sebbene Big Jim non abbia avuto un vero e proprio romanzo ufficiale o una biografia moderna come altri personaggi iconici, negli anni ’70 e ’80 furono pubblicati diversi libri illustrati, albi e materiali editoriali dedicati alle sue avventure.
In Italia, uno dei più noti è “Un’avventura di Big Jim”, pubblicato nel 1977 da Piero Dami Editore, con illustrazioni a piena pagina e narrazione semplice pensata per i bambini. A questo si aggiunsero fotoromanzi a episodi pubblicati su “Topolino” negli anni ’80, in cui Big Jim compariva in pose dinamiche e missioni speciali, con un linguaggio ispirato agli spot pubblicitari del tempo.
All’estero, la Francia pubblicò una serie di albi a fumetti tra cui S.O.S. Volcan, Danger Pourpre e Opération Ours Polaire, tutti editi nei primi anni ’80 da Éditions Atlas. In Germania, Big Jim fu protagonista di musicassette narrative, come Rettungsfahrt für das Elefanten-Baby, distribuite con booklet illustrati, un ibrido tra fiaba e gioco.
Oggi, questi materiali sono oggetti da collezione molto ricercati, soprattutto se in buone condizioni. Su eBay o nei mercatini vintage possono raggiungere prezzi importanti, in particolare le versioni originali complete di custodie, copertine o audio.
Se anche tu cambiavi volto al tuo 007, questo libro è per te
Hai mai premuto quel bottone che cambiava la faccia di Big Jim? Hai mai costruito una base segreta con le scatole da scarpe? Hai mai trasformato una cameretta in un campo di addestramento con torcia, jeep e camper?
Allora “Quando il mondo era senza Wi-Fi” è anche il tuo libro. Perché non parla solo di tecnologia, ma di emozioni. Di infanzia, di immaginazione, di meraviglia. Di cose che ci hanno reso quelli che siamo oggi.