Negli anni ’80 la TV non era solo intrattenimento: era un punto di riferimento sociale, emotivo e culturale. Ogni famiglia aveva un solo apparecchio, spesso poggiato su un mobile in salotto, e tutti guardavano le stesse cose, negli stessi orari. Non esistevano decoder, on demand o replay: c’era il palinsesto, e lo si rispettava quasi con devozione.
Erano anni in cui la televisione creava appuntamenti, generava linguaggio, trasmetteva emozioni collettive. Dai cartoni animati del pomeriggio alle trasmissioni del sabato sera, dalla domenica sportiva ai quiz pomeridiani, ogni programma lasciava un segno. Rivederli oggi su YouTube o nei palinsesti vintage fa scattare un’emozione che nessun algoritmo potrà mai suggerire.
La fascia pomeridiana dei ragazzi: Bim Bum Bam e compagnia bella
Dopo scuola, merenda alla mano, ci si sedeva sul divano per l’appuntamento più atteso: Bim Bum Bam, il contenitore per ragazzi più amato di sempre. Con Paolo Bonolis, Licia Colò, Manuela Blanchard e il mitico Uan, un pupazzo rosa irriverente, diventò un vero rito quotidiano.
Bim Bum Bam era il regno dei cartoni animati giapponesi: Kiss Me Licia, Pollon, Spank, Lupin, Lamù, Holly e Benji. Ma non solo. Lanciava sigle, faceva giochi, leggeva le lettere dei telespettatori. Ogni puntata era un mix di leggerezza e affetto, che entrava in casa come un amico fidato.
Oltre a Bim Bum Bam c’erano contenitori come “Ciao Ciao” su Rete 4 e “Cartonissimi” su Telemontecarlo. Ogni emittente provava a ritagliarsi il suo spazio, ma nessuno riusciva a competere davvero con l’impatto culturale di Bonolis & Co.
I varietà serali: Drive In, Fantastico e la nascita della TV commerciale
La sera, la TV cambiava volto. Dalla metà degli anni ’80, con la nascita delle TV private (Canale 5, Italia 1, Rete 4), la televisione italiana divenne uno spettacolo vero, fatto di varietà, comicità, e tanto glamour.
Programmi come Drive In cambiarono il linguaggio televisivo: sketch veloci, battute taglienti, soubrette in primo piano, comicità da bar adattata al tubo catodico. Qui sono nati personaggi come Ezio Greggio, Enrico Beruschi, Giorgio Faletti, Lory Del Santo, Tinì Cansino. Drive In fu uno spartiacque: la TV si fece pop, sexy, veloce.
Su Rai Uno invece dominava il varietà tradizionale, come Fantastico: sigle iconiche, ospiti internazionali, balletti coreografati da Don Lurio. Indimenticabili edizioni con Raffaella Carrà, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Pippo Baudo.
Ogni sabato sera era un evento. La famiglia si riuniva davanti allo schermo e ci si lasciava incantare dalla magia dell’intrattenimento dal vivo.
I programmi comici: da Indietro Tutta a Mai dire Banzai
La comicità anni ’80 era irriverente, surreale, colta e popolare allo stesso tempo. Un mix unico che oggi sarebbe difficile da replicare.
Indietro Tutta, con Renzo Arbore e Nino Frassica, era una parodia continua del mondo televisivo stesso. Frasi come “Cacao Meravigliao” e “Tremo per te” entrarono subito nel linguaggio comune. Ogni puntata era uno sketch vivente, con ragazze in costume tropicale, pubblicità inventate e nonsense a raffica.
Mai dire Banzai, importato dal format giapponese Takeshi’s Castle, era commentato dalla Gialappa’s Band con un’ironia tagliente e nonsense. Guardare uomini che cadevano rovinosamente in giochi assurdi, commentati da voci italiane fuori campo, era qualcosa di nuovo e spiazzante. E proprio per questo esilarante.
I quiz e i giochi: La Ruota della Fortuna, Il Pranzo è Servito, Ok il prezzo è giusto
I quiz degli anni ’80 non erano solo passatempo: erano veri e propri format di riferimento, capaci di generare culto e partecipazione. Interi nuclei familiari si sfidavano sul divano per indovinare il prezzo di un frigorifero o l’anagramma di una parola misteriosa.
La Ruota della Fortuna, con Mike Bongiorno e la mitica Emanuela Folliero (poi Patrizia Rossetti), diventò un appuntamento fisso dell’access prime time. Con le sue lettere da scoprire e la ruota da far girare, creava tensione e ilarità.
TeleMike con Mike Buongiorno era un appuntamento imperdibile per me. Bellissimo vedere la preparazione incredibile dei concorrenti che rispondevano a domande assurde.
Il Pranzo è Servito, condotto da Corrado, era una trasmissione garbata, ritmata, dove il gioco si mescolava alla cultura popolare. Un pezzo di educazione civica televisiva.
Ok il prezzo è giusto, con Iva Zanicchi, ci portava in un supermercato virtuale dove il consumismo diventava gioco. Tutti imparavamo quanto costava una lavatrice o un barattolo di Nutella.
I programmi musicali: Discoring, Festivalbar e Sanremo
La musica passava anche dalla TV. E non era solo sottofondo, ma protagonista assoluta.
Discoring, su Rai Uno, ci faceva conoscere le classifiche italiane e internazionali, con ospiti in playback, ma anche tanta energia e moda. Gli artisti italiani presentavano le loro hit, mentre i conduttori (tra cui Claudio Cecchetto) lanciavano i tormentoni dell’estate.
Festivalbar, nato come manifestazione radiofonica, divenne lo spettacolo musicale dell’estate italiana. Conduzione giovane, artisti internazionali, pubblico in delirio nelle piazze: era il segnale che l’estate era cominciata. E ogni sera in TV era una festa.
E poi c’era il Festival di Sanremo attuale ancora oggi, dove ho avuto il piacere di andarci personalmente per ben due volte. Gli anni ’80 furono una miniera di esibizioni storiche: da Toto Cutugno a Anna Oxa, da Ramazzotti a Patty Pravo. Le sigle d’apertura restano indelebili nella mente di chi c’era.
I film e i cicli del sabato: Bud Spencer, Totò e i western
Ogni rete aveva i suoi cicli. Rete 4 proponeva maratone dedicate a Bud Spencer e Terence Hill, con film come “Altrimenti ci arrabbiamo” il primo film che ho visto al cinema da solo con mio fratello e “Lo chiamavano Bulldozer”. Italia 1 trasmetteva i western americani e i classici d’azione con Chuck Norris, Van Damme, Stallone, Swarzenegger.
La Rai rispondeva con il grande cinema d’autore o con i film di Totò, Alberto Sordi, Monicelli. Ogni sabato o domenica sera si diventava esperti di pellicole, e si scoprivano attori, registi, generi. Senza mai scegliere, solo aspettando quello che la TV aveva deciso per noi.
I programmi per bambini più piccoli: L’Albero Azzurro, Telemontecarlo e Big!
Per i più piccoli c’erano spazi educativi e dolcissimi. L’Albero Azzurro con Dodò era un’oasi di tranquillità e scoperta. “Big!” su Rai Uno univa quiz e giochi per giovani, con un tono allegro ma sempre rispettoso.
Telemontecarlo (poi La7) offriva anche programmazioni curate, come “Cartonissimi”, con cartoni più rari e contenuti più sperimentali. Era una TV che cercava anche di educare, non solo intrattenere.
Perché oggi ricordiamo quella TV con così tanto affetto?
Perché era una TV più lenta, più condivisa, più umana. Oggi abbiamo l’imbarazzo della scelta, ma ci manca l’attesa. All’epoca, si guardava tutti lo stesso programma, si rideva insieme, si commentava il giorno dopo a scuola.
Era una televisione che non ci inseguiva, ma che ci aspettava. E questo la rendeva speciale.
Rivivi quel mondo con un libro che ne custodisce l’anima
Se anche tu ricordi la voce di Bonolis, le risate di Frassica, le sigle di Sanremo o il silenzio davanti a Fantastico, allora amerai “Quando il mondo era senza Wi-Fi”. Non è solo un libro di ricordi, ma una macchina del tempo per chi ha vissuto la TV con il cuore e vuole tornare a farlo, pagina dopo pagina.