A chiunque sia cresciuto negli anni ’80 è capitato almeno una volta di stringere in mano quel piccolo enigma colorato. Il cubo di Rubik, noto anche come cubo magico, non era solo un gioco: era una sfida, un’ossessione, un simbolo di intelligenza e pazienza. C’era chi riusciva a completarlo e chi lo lasciava su uno scaffale con una sola faccia allineata, come trofeo incompiuto.
Io personalmente non sono mai riuscito a completarlo, il mio record è di due facce di cui andavo molto orgoglioso 🙂
In un’epoca in cui la logica si allenava senza app, il cubo era un oggetto che sapeva stimolare la mente e sfidare l’orgoglio. Ma da dove viene? Come ha conquistato il mondo? E perché, ancora oggi, non ha perso il suo fascino?
La nascita del cubo di Rubik: un’idea ungherese diventata globale
Il cubo fu inventato nel 1974 da Ernő Rubik, un architetto e professore di design ungherese. In origine, non era pensato come un gioco, ma come uno strumento didattico per spiegare concetti di geometria tridimensionale ai suoi studenti. Il primo prototipo era fatto di legno e gomma, con un meccanismo che permetteva la rotazione dei blocchi senza disintegrarsi.
Solo successivamente Rubik capì di aver creato qualcosa di unico. Nel 1975 ottenne il brevetto ungherese come “Cubo magico” (Bűvös Kocka). L’anno successivo iniziò la produzione locale. Fu nel 1980 che il cubo arrivò in Occidente con il nome di Rubik’s Cube, lanciato dalla Ideal Toy Corporation. E fu subito mania.
Il boom negli anni ’80: quando risolvere il cubo era una questione d’onore
Nel giro di pochi mesi, il cubo di Rubik divenne un fenomeno mondiale. Venduto in edicola, nei negozi di giocattoli, nelle cartolerie e persino nei supermercati, divenne un oggetto irrinunciabile per ogni ragazzo. A scuola, tra un’interrogazione e l’altra, c’era sempre qualcuno che lo faceva girare sotto il banco.
Chi riusciva a risolverlo in meno di un minuto veniva trattato come un genio. C’erano metodi artigianali, schemi disegnati a mano, tentativi casuali. Si scambiavano leggende metropolitane su trucchi miracolosi, mentre i più impazienti smontavano il cubo per rimontarlo risolto (con scarsi risultati).
Il cubo diventò anche un oggetto di design, esposto nei salotti e nei negozi di arredamento. Era il perfetto simbolo del decennio: colorato, intelligente, provocatorio.
Le varianti del cubo: dal 2×2 al 17×17
Il classico cubo di Rubik è un 3x3x3, composto da 26 piccoli cubi mobili attorno a un nucleo centrale. Ma nel tempo sono nate moltissime varianti per tutti i livelli di abilità:
- 2×2 (Mini Cube): chiamato anche “Pocket Cube”, perfetto per i principianti.
- 4×4 (Rubik’s Revenge): introdotto nel 1981, più difficile del 3×3.
- 5×5 (Professor’s Cube): sfida per esperti.
- 6×6, 7×7 e fino al 17×17: per appassionati estremi.
- Mirror Cube, Pyraminx, Megaminx: varianti nella forma e nella logica.
Oggi il cubo è diventato un’intera famiglia di puzzle tridimensionali, con comunità online e tornei in tutto il mondo.
Le notazioni: il linguaggio universale dei cubisti
Per risolvere il cubo, esiste un linguaggio standardizzato noto come notazione Singmaster. Ogni faccia è indicata da una lettera:
- R = Right (destra)
- L = Left (sinistra)
- U = Up (alto)
- D = Down (basso)
- F = Front (fronte)
- B = Back (dietro)
Ogni mossa può essere normale o inversa (ad esempio, R per senso orario, R’ per senso antiorario). Questa notazione è usata in tutti i tutorial, libri, algoritmi e competizioni.
I metodi per risolverlo: dalla base alla velocità
Esistono diversi metodi per risolvere il cubo:
- Metodo a strati (Layer-by-Layer): il più semplice, si parte da una faccia e si costruisce il cubo strato per strato.
- Metodo CFOP (Fridrich): usato dai professionisti, prevede Cross, F2L, OLL e PLL. Richiede memorizzazione e velocità.
- Metodo Roux e ZZ: alternative avanzate, meno note ma molto efficienti.
Per chi vuole risolvere il cubo in modo assistito, esiste anche un sito molto utile:
rubiks-cube-solver.com/it
I campionati ufficiali e i record mondiali
Dal 2003 la World Cube Association organizza campionati ufficiali in tutto il mondo. Le gare includono:
- Risoluzione classica
- Risoluzione con una mano
- Risoluzione al buio
- Gare con cubi più complessi (4×4, 5×5, ecc.)
I record attuali per il 3×3 sono inferiori ai 3 secondi. Un risultato incredibile, ottenuto con anni di allenamento e tecniche di ottimizzazione.
Quanto costa il cubo di Rubik originale su Amazon?
Il cubo di Rubik su Amazon originale 3×3 della Rubik’s Brand costa tra i 12 e i 20 euro. Esistono versioni economiche di bassa qualità e modelli professionali da speedcubing (GAN, MoYu, YJ) che vanno dai 25 ai 50 euro.
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Quale cubo di Rubik comprare?
Ecco alcuni consigli su quale cubo di Rubik comprare a secondo del vostro livello di bravura per non buttare via soldi.
- Principianti: 2×2 o 3×3 classico
- Appassionati: 4×4 o 5×5
- Speedcubing: modelli magnetici GAN o MoYu
- Collezionisti: edizioni vintage anni ’80
Quando e perché scoppiò la mania?
In Italia, la moda esplose tra il 1981 e il 1983. I ragazzi lo portavano a scuola, lo scambiavano nei cortili, se ne parlava in TV e nei giornalini. Alcune riviste insegnavano a risolverlo con schemi da ritagliare. Il cubo divenne presto oggetto di status, prima ancora che di logica. Un vero fenomeno pop.
Se anche tu lo hai smontato per completarlo, questo libro fa per te
Se hai mai avuto un cubo in mano, se hai provato a risolverlo o se semplicemente l’hai ammirato nella sua perfezione colorata, allora amerai “Quando il mondo era senza Wi-Fi”. Un libro che parla di giochi come questo, ma soprattutto di emozioni vissute quando la connessione era tra le persone, non tra i cavi.