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Le gomme da masticare anni ’80 che non esistono più

gomme da masticare anni ottanta iconiche
Le gomme da masticare degli anni ’80 erano molto più di un dolce: Big Babol, Brooklyn, Vigorsol, tatuaggi e figurine hanno segnato la nostra infanzia. Ecco quelle che oggi non esistono più.
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C’era un tempo in cui l’intervallo a scuola non era solo il momento in cui si mangiava il panino portato da casa, ma anche l’occasione per scambiarsi figurine, raccontare barzellette e… masticare gomma.

Non una qualsiasi: parliamo delle gomme da masticare anni ’80, colorate, profumate, spesso vendute in confezioni improbabili e sempre associate a un gioco, un tatuaggio, un colpo di scena.

Alcune di quelle mitiche bubble gum oggi non esistono più, ma vivono nei ricordi di una generazione che ha fatto della ricreazione un rituale pop.


Big Babol: la regina delle bolle giganti

Impossibile non cominciare da lei: la Big Babol, la gomma rosa per eccellenza. Morbida, dolce, zuccheratissima, e capace di creare bolle grandi come un palloncino, che spesso finivano per scoppiare in faccia, tra le risate degli amici.

Il suo packaging colorato e l’odore inconfondibile la resero un’icona da zaino Invicta. Ogni pacchetto conteneva un mattoncino di pura gioia masticabile, e c’era chi ne teneva una di scorta nella tasca interna del giubbotto, da tirare fuori in caso di bisogno… o di compito in classe.

Oggi esistono ancora gomme simili, ma la Big Babol originale degli anni ’80 – quella con il logo bombato e il sapore che sembrava durare una vita (o cinque minuti) – non è più la stessa.


Brooklyn: la gomma del ponte e dell’America sognata

La gomma del ponte”: bastava questa frase per evocare l’immaginario americano più puro. La Brooklyn, con la sua confezione lunga e sottile, era considerata una gomma “da grandi”. La masticavi con stile, magari mentre camminavi con le mani in tasca, facendo finta di essere un duro uscito da un film di Stallone.

C’era la versione classica alla menta e quella nera alla liquirizia, ma era soprattutto la grafica patriottica, con il ponte di Brooklyn disegnato sopra, a colpire. Era la gomma dei film in VHS, della musica nei walkman, delle notti d’estate nei cortili.


Vigorsol: freschezza “esplosiva” e confezioni mini

Più piccola, ma più intensa, la Vigorsol era la gomma “fresca che ti sveglia”. Venduta in pacchettini sottili da tenere in tasca, faceva parte del kit base del ragazzino anni ’80: penna bic, figurine Panini, e due Vigorsol per rinfrescarsi prima di una dichiarazione d’amore.

Le pubblicità erano ironiche e originali, il sapore forte e immediato. Un solo confetto poteva darti quella sensazione di “energia da supereroe” mentre facevi merenda. Era la gomma della seconda media, quando cominciavi a sentirti grande… almeno fino all’uscita dell’ora di matematica.


Le gomme con tatuaggi: un piccolo rito da pelle e saliva

Una vera ossessione collettiva: le gomme con i tatuaggi incorporati. Che fossero con disegni tribali, teschi, personaggi dei cartoni animati o simboli rock, ogni pacchetto diventava una sorpresa a metà tra dolce e collezione.

Il rituale era preciso: si prendeva il tatuaggio, si appoggiava sul braccio, si inumidiva con la saliva o con l’acqua della fontanella, e si aspettava. Il risultato era quasi sempre un disastro sbavato, ma ci sembrava una figata pazzesca. E per almeno un’ora, ci sentivamo più forti, più trasgressivi, più… anni ’80.


Le gomme con figurine: doppia soddisfazione

In alternativa al tatuaggio, c’erano le gomme con le figurine all’interno. Ogni pacchetto conteneva una mini-card da collezionare, spesso di cartoni animati giapponesi, mostri, calciatori o auto da corsa.
Il sapore era secondario: si comprava la gomma per avere la figurina.

C’era chi le scambiava, chi le attaccava sul diario Smemoranda, chi le custodiva nel cassetto della scrivania. Era un piccolo investimento, ma anche un modo per portarsi a casa un pezzo di sogno.


Aneddoti di scuola: il commercio illegale delle gomme

A scuola, le gomme diventavano moneta di scambio. C’era sempre quello che ne portava una scorta e le rivendeva a 100 lire l’una, magari al compagno che si era dimenticato la merenda. Le maestre le vietavano, ma le tasche dei grembiuli ne erano sempre piene. E se durante la lezione partiva il crack della carta scartata, tutti si giravano colpevoli.

Spesso le cicche venivano attaccate sotto il banco ricordo pure qualcuno che ha avuto dei giorni di sospensione per questo motivo.

Una volta, uno di noi ne masticò cinque insieme, giusto per fare la bolla più grossa. Finì che si attaccò tutta alla maglietta e al banco. La prof lo costrinse a pulire tutto con lo Scottex e l’acqua saponata. Ma ne valse la pena.


Perché le gomme anni ’80 ci mancano ancora oggi

Non erano solo dolci: erano esperienze, gesti, profumi. Ogni tipo di gomma aveva un momento, un significato. Ti accompagnavano all’intervallo, alle gite scolastiche, ai pomeriggi passati al parco con la BMX o al campo con il Super Santos.

Quelle gomme erano parte della nostra infanzia. E oggi, anche se qualcuna esiste ancora con una formula diversa, l’emozione originale è difficile da ritrovare. Forse perché non c’era solo zucchero, ma anche ingenuità, complicità, e la magia di vivere senza fretta.


Se anche tu masticavi la Big Babol facendo le bolle dietro la cartella…

…allora non puoi perdere “Quando il mondo era senza Wi-Fi”: il libro che racconta la nostra infanzia analogica, tra walkman, schede telefoniche, spot pubblicitari e tante, tantissime gomme da masticare. Sfoglialo, leggilo, vivilo. Come si faceva con i vecchi cataloghi, pagina dopo pagina, bolla dopo bolla.

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