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Supersantos il pallone arancione degli anni ottanta

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Il Supersantos è stato il pallone da strada per eccellenza degli anni ’80. Scopri la sua storia, il prezzo di ieri e di oggi, la canzone di Tony Tammaro e i ricordi legati all’infanzia.
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C’erano giorni, negli anni ’80, in cui non avevi bisogno di niente, se non di un pallone Supersantos e di un gruppo di amici dietro il vicoletto. Bastava poco: una strada asfaltata, due sbarre di ferro come pali, e via, la partita cominciava. Non importava se le porte non avevano rete o se il campo aveva più buche che asfalto. L’unica regola era: chi ha il Supersantos, gioca. E fortunatamente avevamo il nostro amico Rino che ne aveva tantissimi a casa.

Recuperava tanti Super Santos bucati e li riparava: al balcone nel aveva una decina.

Quel pallone arancione brillante, con le scritte nere e la superficie zigrinata, era un simbolo. Di libertà, di infanzia, di giornate senza orologio. E ancora oggi, solo a nominarlo, un’intera generazione sorride.

Oltre all’arancione, furono prodotte anche varianti gialle e blu, ma non ebbero mai lo stesso successo. L’arancione è rimasto il “vero” Supersantos. Gli altri? Solo comparse in un film già perfetto.

Quando è nato il Supersantos?

Il Supersantos fu creato nel 1962, ma la sua origine è avvolta da un certo mistero. Si sa che la sua produzione è iniziata in Italia, grazie all’intuizione di un imprenditore del settore gomma, che volle creare un pallone economico ma riconoscibile. E ci riuscì alla grande: nessun altro pallone ha avuto un’identità visiva così potente.

Dal 1962 sono stati venduti più di 15 milioni di esemplari rendendolo il pallone più venduto di sempre ed uno dei giocattoli più venduti di tutti i tempi.

Si chiama così perché fu creata in occasione della vittoria dei mondiali del 62 del Brasile ed intitolata al Santos la squadra brasiliana più forte a quei tempi dove giocava un certo Pelè.

E’ un pallone fatto in PVC (dal 2011 con materiali più BIO) che richiama nella sua trama i primi palloni di cuoio di inizio novecento.

Il marchio “Supersantos” è oggi registrato da GIMEC, l’azienda che ancora oggi lo produce nella sua versione classica. In un’epoca in cui i giochi si moltiplicano, il Supersantos resiste. E questo dice tutto.

Com’era fatto il Supersantos?

Il pallone Supersantos era realizzato in PVC morbido, gonfiabile tramite una classica valvola a pompetta. La sua caratteristica principale era la superficie ruvida e antiscivolo, che lo rendeva unico al tatto.

Il colore arancione brillante lo rendeva visibile anche al tramonto, e le strisce nere stampate in stile retrò gli davano un’aria “pro”, nonostante fosse leggerissimo e assolutamente inadatto a un campo regolamentare. Ma per noi, andava benissimo così.

Quando pioveva o si bucava, lo rattoppavamo con lo scotch o lo rigonfiavamo finché poteva reggere un’altra partita. Era un oggetto consumato dall’amore, mai tenuto in vetrina.

Quanto costava il Supersantos negli anni ’80?

Negli anni ’80, il Supersantos costava tra le 1.000 e le 2.000 lire. Bastava una paghetta, o il resto del pane, per portarselo a casa. Era il pallone della strada, il più accessibile a tutti. Non serviva andare in un negozio sportivo: lo trovavi al tabaccaio, al supermercato, in edicola.

Oggi il prezzo del Supersantos originale si aggira sui 6-10 euro, ma esistono versioni commemorative o vintage che possono arrivare anche a 20 o più. Eppure, per chi lo ha vissuto davvero, il suo valore resta incalcolabile.

Il Supersantos e la canzone di Tony Tammaro

Nel 1993, Tony Tammaro — il re della musica demenziale napoletana — gli ha dedicato una canzone diventata iconica: “Supersantos”. Il testo ironico racconta l’amore incondizionato per quel pallone arancione, capace di far sognare anche chi non sapeva giocare bene.

Anche il cantautore Alessandro Mannarino nel 2011 ha dedicato il nome di un album a questa vera e propria icona degli anni ottanta chiamando la sua seconda opera appunto Supersantos.

Supersantos e ricordi d’infanzia: storie dietro al vicoletto

Io ci giocavo ogni giorno con gli amici nel mio vicoletto, a San Giorgio a Cremano dove sono cresciuto. Bastava tirarlo fuori e subito arrivava qualcuno: “Oh, giochiamo?” A volte si finiva con il pallone sul balcone del vicino, o finiva nel lagno o sotto una macchina tutto sporco di grasso. Ma non importava. Il giorno dopo, ne avevamo un altro.

C’erano regole scritte e non scritte: il proprietario del Supersantos sceglieva le squadre, e se litigavi troppo, ti toccava andare a casa. Era un pallone, sì, ma anche un codice sociale, una scuola di vita, una bandiera che sventolava sopra l’infanzia.

Dove comprare oggi il Supersantos originale?

Il Supersantos originale si trova ancora nei negozi di giocattoli ben forniti, ma anche online su Amazon, eBay e in shop specializzati in articoli vintage o retrò.

Se vuoi un oggetto autentico da esporre o da usare per una partita amarcord, assicurati che ci sia il marchio GIMEC e le caratteristiche originali: PVC ruvido, colore arancio brillante e scritte nere.


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Se leggendo questo articolo hai rivisto te stesso mentre rincorri quel pallone arancione tra le risate dei tuoi amici, allora amerai anche “Quando il mondo era senza Wi-Fi”.

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